sabato 1 novembre 2008

3° Comunicato Stampa


- COMUNICATO STAMPA -

Il 30 ottobre ’08, una folla di studenti ha invaso il Corso Garibaldi di Reggio Calabria per protestare, contro l’ultimo processo di devastazione dell’Università e della Scuola Pubblica portata a compimento, oggi, dal Governo Berlusconi, ma che ha origini ben più lontane, le cui responsabilità devono essere ripartite anche a governi di centro-sinistra.

Gli scontri di Piazza Navona, sembrano ritracciare un disegno organizzato, statale, di repressione a tutte le spinte di cambiamento provenienti dalla base della società italiana. Tale disegno, noi, lo identifichiamo come una sintesi della famosa “strategia della tensione”, e ascoltare dichiarazioni ignobili come quelle di Francesco Cossiga rafforza le idee del nostro movimento.

Diciamo NO a ogni forma di violenza, per fronteggiare i provvedimenti adottati dal Governo. Si sta tentando di ricreare una vecchia contrapposizione di piazza “destra-sinistra”, anacronistica, che noi giovani non possiamo e non dobbiamo accettare, perché siamo di fronte alla più grande crisi del sistema partitico che la storia Repubblicana ha conosciuto.

Sempre Cossiga ieri, durante la seduta in cui è stato convertito il D.L. 137, ha dichiarato: “voto a favore – in riferimento ai provvedimenti - perché spero che cessi questo inizio di movimentismo che vede pericolosamente uniti i giovani di sinistra con i giovani dell'estrema destra”

Parole queste di una classe politica conservatrice, funzionale solo a se stessa e alla propria riproduzione, che non rappresenta più il popolo italiano, che trema di fronte l’imprevedibilità di questi giovani, che non hanno più santi nè eroi, ai quali non resta altra strada che quella della “pulizia parlamentare” dalle comode poltrone del potere, di questi soggetti che ci costano, ogni mese, oltre 16.000€ a cranio, senza considerare i pregiudicati e i condannati.

I provvedimenti sono diventati legge, pertanto è inutile ogni ulteriore tentativo di analisi della situazione. La strategia è smontare la tesi secondo cui questa sarebbe una protesta riconducibile alla sinistra, in un contesto in cui ci si vede negare meri diritti costituzionali, che non hanno colore ma appartengono al Popolo Italiano, che resta Sovrano.

La “casta”, questa volta ha attaccato frontalmente, cancellando il nostro futuro. Adesso tocca a noi contrattaccare. Se è vero, come è vero che siamo in crisi finanziaria, è giusto che questa crisi DOBBIAMO PAGARLA tutti!

Continuare a mantenere al massimo lo stato di agitazione è la base per proporre iniziative concrete che secondo noi sono l’abrogazione degli art. 16 e 66 della Legge 133, il ripristino dell’obbligo scolastico a 16 anni, abrogazione dell’ex D.L. 137 tranne l’art. 5.

Conclusi i Referendum, l’obiettivo è la riduzione delle spese per la politica, la riduzione dello stipendio dei politici, l’abrogazione dell’assegno di fine mandato, la modifica della legge relativa il pensionamento dalla vita politica, che comporta con soli 36 mesi di mandato parlamentare, il collocamento in massima fascia e la conseguente riscossione dei tributi che lo Stato, ovvero, che noi cittadini Italiani gli riconosciamo.

Reggio Calabria lì, 31/10/08

2° Comunicato stampa

- COMUNICATO STAMPA -

Il Movimento Studentesco “Trasparenza Autonomia Partecipazione” ha portato all’attenzione del Consiglio degli Studenti dell’Università “Mediterranea” i 2 documenti relativi la Legge 133 e il Decreto Legge 137, in cui si propone l’abrogazione degli art. 16 e 66 e il ripristino dell’obbligo scolastico a 16 anni per quanto riguarda la Legge 133, mentre per il Decreto Legge 137 si chiede che questo non venga convertito in legge.

È stato chiesto ad alcuni consiglieri della “Mediterranea” di fare propri i due documenti del movimento - già sottoscritti dal Liceo scientifico “A. Volta” e Liceo classico “T. Campanella” e Liceo artistico “M. Preti” - e proporre la mozione all’interno dell’assemblea convocata in seduta straorinaria in data 27/10/08 per discutere delle azioni da intraprendere rispetto i tagli indiscriminati all’università da parte del Governo Berlusconi.

Dalla riunione è emerso, un *timido documento in cui si fotografa la situazione piuttosto che prendere una posizione netta come quella del nostro Movimento. Tale scelta di indirizzo politico dell’organo studentesco, è probabilmente dovuta a delle divisioni interne all’organo, che già trasparivano dalle dichiarazioni di alcuni studenti nell’assemblea pubblica indetta dal “Collettivo UNIRC” della “Mediterranea” in data 27/10/08 contemporaneamente al Consiglio degli Studenti.

Ciò sta a significare che alcuni consiglieri “partiticizzati” dell’organo studentesco, facenti riferimento alla coalizione di centro-destra che governa il paese e legifera, tagliando 8 Miliardi all’università e la scuola pubblica, sottraendo al parlamento il suo compito di legiferare, condividono i provvedimenti del governo e preferiscono curare gli interessi del partito, condizionando le scelte dell’intero consiglio, sottraendosi al ruolo di tutela delegato dagli studenti della “Mediterranea”.

È fin troppo semplice prendersela con il governo di turno. Se è vero, come è vero, che siamo in crisi finanziaria, DOBBIAMO PAGARE TUTTI il prezzo di questa crisi!

Nell’ultima campagna elettorale, da più parti, abbiamo subito le continue dichiarazioni di politici relative i tagli alla “casta”. Ognuno di loro ci costa 16.000€ al mese, senza calcolare le spese di trasporto, sanità, difesa personale, assegno di fine mandato, pensione massima con soli 36 mesi di mandato parlamentare.


Per il Movimento Studentesco “Trasparenza Autonomia Partecipazione” la linea politica da adottare prossimamente in tutta Italia, aspettando la già prevista conversione il legge del D.L. 137, è tenere al massimo lo stato di agitazione delle scuole e università, con la partecipazione di tutte organizzazioni studentesche, le organizzazioni sindacali, le associazioni di ogni tipo e tutti i cittadini liberi d’Italia fino a quando non avremo una riduzione del 50% del costo complessivo di ogni politico e della politica del nostro paese.
Reggio Calabria lì, 28/10/08

1° Comunicato Stampa

- COMUNICATO STAMPA -

La protesta nazionale che ha coinvolto le scuole di ogni ordine e grado e le università, approda a Reggio Calabria.

Liceo scientifico “A. Volta” e Liceo classico “T. Campanella” e Liceo artistico “M.Preti” i primi firmatari di due documenti sottoposti da alcuni studenti universitari della “Mediterranea” appartenenti al Movimento “Trasparenza Autonomia Partecipazione” nato a Villa San Giovanni(RC) nel 2007.

Due mozioni, approvate dai comitati studenteschi durante le assemblee del 23/10/08, che a breve saranno portati all’attenzione del Ministro Gelmini.

La prima mozione “parere in merito alla Legge 133/08” condanna il ripristino dell’obbligo scolastico a 14 anni, gli art.16 e 66 che prevedono la trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato, il blocco delle assunzioni, i tagli indiscriminati di 8 Miliardi di euro, che rappresentano lo scardinamento del carattere pubblico dell’università, della scuola statale e pubblica di ogni ordine e grado. Tale disegno di legge va incontro al disegno di privatizzazione dell’università e della scuola a vantaggio della scuola privata, i cui finanziamenti sono di 532 Milioni di euro.

Di tale provvedimento si chiede l’abrogazione degli art. 16 e 66 e di ripristinare l’obbligo scolastico a 16 anni. In caso di mancato annullamento di tali articoli gli studenti reggini si faranno promotori di un Referendum nazionale abrogativo.

La seconda mozione “parere in merito al D.L. 137” critica le misure “tampone” del decreto legge, che hanno l’effetto di distrarre l’attenzione dallo scempio della legge 133/08. Ritornerà il maestro unico alle elementari(art.4 D.L.137) che attualmente è il migliore ciclo scolastico del nostro sistema, il 5° al mondo. Provvedimento dettato da necessità economiche, che comporterà tagli di 87.000 insegnanti in tre anni, a partire dalle elementari.

L’adozione quinquennale dei libri di testo(art.5 D.L. 137) è dettato dal richiamo che l’Antitrust ha fatto all’associazione nazionale editori, norma giusta, inevitabile ma al tempo stesso insufficiente a fronte della speculazione a cui sono sottoposte le famiglie per l’acquisto dei libri di testo.

La copertura finanziaria (art.8 D.L. 137) dell’intero decreto, non dovrà ricadere sulle casse dello Stato. Pertanto l’onere di tale decreto ripiomberà sulle casse delle scuole e di conseguenza sulle tasse degli studenti.

Un decreto legge deve essere adottato solo in casi straordinari di necessità e urgenza dal Governo, cosi come previsto dall’art.77 della Costituzione.

Riteniamo pertanto il D.L. 137, incostituzionale, inopportuno perché si sottrae al dibattito parlamentare e sociale, la discussione di provvedimenti estremamente rilevanti per il mondo della scuola.

Chiediamo che venga bocciata la conversione in legge.

Trasparenza Autonomia Partecipazione

Movimento Studentesco

Reggio Calabria lì, 26/10/2008