- COMUNICATO STAMPA -
Il 30 ottobre ’08, una folla di studenti ha invaso il Corso Garibaldi di Reggio Calabria per protestare, contro l’ultimo processo di devastazione dell’Università e della Scuola Pubblica portata a compimento, oggi, dal Governo Berlusconi, ma che ha origini ben più lontane, le cui responsabilità devono essere ripartite anche a governi di centro-sinistra.
Gli scontri di Piazza Navona, sembrano ritracciare un disegno organizzato, statale, di repressione a tutte le spinte di cambiamento provenienti dalla base della società italiana. Tale disegno, noi, lo identifichiamo come una sintesi della famosa “strategia della tensione”, e ascoltare dichiarazioni ignobili come quelle di Francesco Cossiga rafforza le idee del nostro movimento.
Diciamo NO a ogni forma di violenza, per fronteggiare i provvedimenti adottati dal Governo. Si sta tentando di ricreare una vecchia contrapposizione di piazza “destra-sinistra”, anacronistica, che noi giovani non possiamo e non dobbiamo accettare, perché siamo di fronte alla più grande crisi del sistema partitico che la storia Repubblicana ha conosciuto.
Sempre Cossiga ieri, durante la seduta in cui è stato convertito il D.L. 137, ha dichiarato: “voto a favore – in riferimento ai provvedimenti - perché spero che cessi questo inizio di movimentismo che vede pericolosamente uniti i giovani di sinistra con i giovani dell'estrema destra”
Parole queste di una classe politica conservatrice, funzionale solo a se stessa e alla propria riproduzione, che non rappresenta più il popolo italiano, che trema di fronte l’imprevedibilità di questi giovani, che non hanno più santi nè eroi, ai quali non resta altra strada che quella della “pulizia parlamentare” dalle comode poltrone del potere, di questi soggetti che ci costano, ogni mese, oltre 16.000€ a cranio, senza considerare i pregiudicati e i condannati.
I provvedimenti sono diventati legge, pertanto è inutile ogni ulteriore tentativo di analisi della situazione. La strategia è smontare la tesi secondo cui questa sarebbe una protesta riconducibile alla sinistra, in un contesto in cui ci si vede negare meri diritti costituzionali, che non hanno colore ma appartengono al Popolo Italiano, che resta Sovrano.
La “casta”, questa volta ha attaccato frontalmente, cancellando il nostro futuro. Adesso tocca a noi contrattaccare. Se è vero, come è vero che siamo in crisi finanziaria, è giusto che questa crisi DOBBIAMO PAGARLA tutti!
Continuare a mantenere al massimo lo stato di agitazione è la base per proporre iniziative concrete che secondo noi sono l’abrogazione degli art. 16 e 66 della Legge 133, il ripristino dell’obbligo scolastico a 16 anni, abrogazione dell’ex D.L. 137 tranne l’art. 5.
Conclusi i Referendum, l’obiettivo è la riduzione delle spese per la politica, la riduzione dello stipendio dei politici, l’abrogazione dell’assegno di fine mandato, la modifica della legge relativa il pensionamento dalla vita politica, che comporta con soli 36 mesi di mandato parlamentare, il collocamento in massima fascia e la conseguente riscossione dei tributi che lo Stato, ovvero, che noi cittadini Italiani gli riconosciamo.
Reggio Calabria lì, 31/10/08