Si è svolta nell’affollatissima Aula Magna di Ateneo "Antonio Quistelli", l’assemblea dell’Università Mediterranea con grande partecipazione di tutte le componenti accademiche.
Dopo gli interventi del Rettore e del Direttore Amministrativo, hanno preso la parola i rappresentanti degli studenti, dei docenti, dei dottorandi di ricerca (ADI) e del personale tecnico-amministrativo.
Ne è scaturito l’allegato documento di sintesi:
ASSEMBLEA UNIVERSITÁ MEDITERRANEA DEL 5 novembre 2008L’assemblea della Mediterranea, riunitasi in data 5 novembre 2008 presso l’Aula Magna di Ateneo “Antonio Quistelli”, ha discusso sulle misure contenute nella Legge 133/08 e in particolare sul blocco del turn-over del personale delle università, sui consistenti tagli del Fondo di Funzionamento Ordinario delle università italiane e sulla nascita delle Università/Fondazioni.
Preliminarmente l’assemblea accoglie e condivide i contenuti del documento approvato il 28 ottobre dagli studenti della Facoltà di Architettura in merito ai tagli previsti dalla Legge 133/08 e nel merito manifesta le seguenti considerazioni:
1) Il blocco del Turn-Over ridurrà inevitabilmente il numero dei docenti e impedirà che si possa realizzare un cambiamento generazionale dentro il Sistema Universitario, impedendo l’inserimento nell’Università di giovani dottorandi, ricercatori precari, assegnisti, borsisti, collaboratori atipici e personale precario.
L’altro aspetto, preoccupante, viene dal fatto che senza il turn-over si dovranno chiudere corsi di laurea e comunque sarà impossibile aprirne altri.
Le conseguenze per l’Università Mediterranea saranno la rinuncia nei prossimi anni a circa 30 unità di personale tra docenti e PTA, che non potranno essere sostituite se non per una percentuale risibile, e quindi una riduzione massiccia della didattica, quantificabile in 2000 ore di lezione, danneggiando così gli studenti che avranno un’offerta formativa sempre meno ricca e docenti in numero non sufficiente a sostenere i corsi di studio. Ciò impedirà, a maggior ragione, l’ampliamento dell’offerta formativa in Facoltà come Giurisprudenza che ha forti richieste da parte degli studenti di aprire il Corso di Laurea Specialistica in Scienze economiche.
2) I tagli al Fondo di Funzionamento Ordinario produrranno inevitabilmente il dissesto dell’intero sistema universitario italiano che con i drammatici tagli prospettati diverrà non sarà neanche nelle condizioni di remunerare gli stipendi al personale.
Il sistema universitario è già largamente sotto finanziato rispetto agli standard europei. Viene chiesto di sommare l’aumento inevitabile delle spese obbligatorie ai tagli che vengono ora previsti in crescita per cinque anni.
La Mediterranea, è una delle università che mantiene il rapporto FFO/Stipendi nei limiti del 90%, e precisamente all’86,3%, e che non ha alcun indebitamento.
Con la decurtazione prevista dalla Legge Tremonti il nostro Ateneo si troverà, nell’arco di 5 anni, ad avere una riduzione di circa cinque milioni di euro rispetto ai trenta milioni che attualmente rappresentano l’FFO. Se si considera che attualmente le spese per stipendi fissi ammontano a circa venticinque milioni di euro, si comprende bene come l’integrale applicazione della Legge Tremonti porterà in qualche anno all’utilizzo dell’intero FFO per il pagamento degli stipendi, con conseguenti riduzioni nei servizi agli studenti, alla ricerca e alla didattica, che non potrebbero essere più finanziate neanche per mantenere i servizi essenziali.
3) Riguardo alla possibilità di trasformare gli Atenei in Fondazioni private, sembra veramente incredibile che una decisione di tale portata possa essere ridotta a un comma inserito in una legge di carattere finanziario, senza che vi sia stata neanche una concertazione con i soggetti interessati e soprattutto senza comprendere l’impossibilità dell’applicazione di tale norma in Atenei quali la Mediterranea che operano in un contesto territoriale privo di un tessuto imprenditoriale.
Ciò premesso, l’assemblea dell’Università Mediterranea in tutte le sue componenti esprime con forza un triplice NO ai tre punti cardine della legge Tremonti e invita il governo ad un immediato ripensamento su tali misure ed all’avvio di una concertazione con tutte le componenti accademiche del sistema universitario affinché le misure occorrenti per un rilancio delle università italiane siano contenute in un vero progetto di riforma che non può partire da misure finanziarie e tagli indiscriminati alle Università.
Contestualmente l’assemblea richiama alla condivisione delle responsabilità gli enti territoriali (Regione, Provincia e Comune) che sono chiamati in un momento drammatico di carenza di risorse a contribuire in maniera fattiva alla sopravvivenza e, se possibile, allo sviluppo della Mediterranea attraverso l’adozione di provvedimenti che attribuiscano risorse consolidate all’Ateneo