lunedì 3 novembre 2008

Antonio Nicolò – Capogruppo di AN(RC)

Ci si mettono anche gli universitari a criticare la Riforma Gelmini. Roba da matti verrebbe da dire !
E’ da una vita che si invoca una grande ed importante riforma nella scuola, perché anche il più asino di noi capisce che cosi non si può andare avanti, ed appena la si propone giù a contestarla.
Si insiste a parlare di “fughe dei cervelli” quando paradossalmente assistiamo ad una “fuga dal cervello”.

Il cervello mi sa che sono in molti ad averselo “bevuto” e principalmente certi universitari.
Ma è cosi difficile da capire che cosi come sono i nostri atenei e le nostre scuole fanno schifo!
E che mi dite delle “università telematiche” e delle “università fantasma” ?
E che dire dei “Rettori a vita”, del fatto che la più alta percentuale di professori e ricercatori assunti, guarda caso, sono parenti di universitari che gestiscono solo potere? Altro che meritocrazia!

Che ci sia un controllo serio di valutazione degli atenei (da gente seria!) e capiremo quanto siano dequalificate le nostre università.
Sulla pelle dei giovani ci si marcia con le marce di protesta pilotate; sforniamo laureati/disperati che stentano, non a vincere un concorso (se lo sognano) ma, anche ad avere un semplice colloquio di lavoro.

Ma è cosi difficile capire che il corpo rettori tende a tutelare i propri interessi?
Piccola considerazione: da qui a pochi mesi avremo 7000 nuovi assunti a tempo indeterminato, tra professori e ricercatori, nell’università: altro scempio della sinistra!
E’ cosi difficile da capire che una laurea oggi non ha nessun valore! E non lo ha per due semplici motivi.

Il primo è che la laurea la prendiamo tutti ( è facile, fa trend, agevola la progressione di carriera etc. ), il secondo (consequenziale) è che abbiamo laureati con “ignoranza grassa” (anche il mio idraulico si è laureato in comunicazione pensando si trattasse di vasi comunicanti !).

La soluzione a questo punto sarebbe di abolire il valore legale del titolo di studio.
Non bisogna essere scienziati o laureati all’università di Harvard per capire che il sistema scuola dalle nostri parti è fallimentare.
E’ tempo di “vacche magre”, anzi magrissime, e voler strumentalizzare una riforma per i propri interessi, per mantenere i “soliti privilegi”, per tutelare la casta dei professori è un grosso errore e spero che a capirlo siano almeno gli studenti e le famiglie.

Fortunatamente il Governo non retrocede neanche di un millimetro (vedi esempio “munnezza Campania” per intenderci) e questa volta i sindacati, i compagni, gli “sfaticati” ed i “ciuchi”, avranno poco da protestare: non saranno ascoltati.
Proviamo la sera, ognuno di noi, a recitare il “ mea culpa, mea maxima culpa” per il disastro che abbiamo accumulato in questi anni.

Se le cose stanno cosi la colpa è anche di un sistema che di fatto ha proibito la bocciatura e che non seleziona gli studenti meritevoli.
Lasciamo da parte le parole criptiche in burocratese stretto e diamo il senso di quello che è la scuola e l’università oggi: un pantano.

Non sono cosi stupido da pensare che la scuola è da “buttare in toto”, perché esistono (anche) studenti che si sacrificano e si impegnano per ottenere un titolo di studio, come esistono professori capaci di insegnare e che vedono il loro lavoro come una missione.
Una cosa è certa, allo stato attuale, questo sistema penalizza sia l’uno che gli altri.
Ergo è ora di cambiare costi quel che costi !

Non mi va di pensare che un giovane dopo aver sacrificato la propria gioventù si ritrovi con in mano una laurea che non gli servirà a nulla.
Avanti i migliori.E questo vale per gli studenti cosi come per gli insegnanti.

Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale(RC)
Strill.it
Scuola: istituito a Reggio coordinamento studentesco PDF Stampa E-mail
Venerdì 31 Ottobre 2008 14:17
A seguito degli ultimi avvenimenti Nazionali riguardo la legge 133 e i provvedimenti del D.L. Gelmini, le componenti studentesche locali si sono attivate attraverso manifestazioni, assemble e documenti in cui hanno preso le distanze sui tagli indiscriminati ai finanziamenti all’istruzuione pubblica.
E’ stato istituito un coordinamento che riunisce diverse componenti studentesce del panorama reggino. Questo nasce a seguito di un incontro presso la Facoltà di Architettura, dove diverse entità rappresentative studentesche si sono date il nome di Coordinamento Studentesco Autorganizzato.
All’incontro erano presenti:
Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci “
Liceo Scientifico “Alessandro Volta”
Liceo Classico “Convitto”
Liceo Classico “Europeo”
Liceo Classico “Tommaso Campanella”
Accademia delle Belle Arti
Istituto d’Arte Frangipane
Rappresentanti Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria
Il coordinamento si prefige obiettivi atti a raggiungere risultati concreti che portino la voce degli studenti reggini presso le più alte cariche istituzionali. Non si preclude,inoltre,il coinvolgimento di altre componenti studentesche, finora non presenti, auspicandosi una sempre maggiore e completa partecipazione delle stesse.

Strill.it

Scuola, un'altra settimana di proteste

Per l'inaugurazione dell'anno accademico al Politecnico, lunedì, il rettore Giulio Ballio ha pronto un discorso "di grave preoccupazione per i destini degli atenei"
di Franco Vanni




Dopo la visita del presidente Napolitano nelle università milanesi, l'Onda in città rilancia e prepara un'altra settimana di proteste. Per l'inaugurazione dell'anno accademico al Politecnico, lunedì, il rettore Giulio Ballio ha pronto un discorso "di grave preoccupazione per i destini degli atenei". Era atteso il ministro Gelmini, ma ha disertato l'appuntamento, e per questo gli studenti (non ammessi alla cerimonia) faranno una "festa di protesta" nel parcheggio dell'università in Bovisa: concerti, teatro e spettacoli di giocoleria.

Per martedì in Statale è prevista un'assemblea degli atenei cittadini aperta dal rettore Enrico Decleva, che per la prima volta incontra gli studenti in protesta. Saranno presenti anche i lavoratori dell'università, i docenti e i ricercatori, "per studiare proposte di riforma del sistema universitario da contrapporre ai tagli indiscriminati del governo". E mentre proseguono le lezioni in piazza, i liceali annunciano "blocchi del traffico e blitz in una decina di scuole", fra cui il liceo classico Parini: occupazioni lampo di aule e palestre per assemblee non autorizzate.

Da lunedì sarà occupato lo scientifico Bottoni e al Volta, altro scientifico, comincia un'autogestione votata anche dal Collegio docenti. Ma l'appuntamento vero, quello per cui l'Onda si sta mobilitando, è la trasferta romana del 14 novembre: quel giorno la capitale ospiterà la manifestazione dei dipendenti della Funzione pubblica in sciopero. E gli studenti milanesi ci saranno: "Chiederemo un treno speciale", dicono.
(01 novembre 2008)
Lo scippo: 4 cacciabombardieri con i soldi dell’istruzione

Mentre la Difesa mette a terra gli elicotteri della strage in Francia, mentre Tremonti massacra le casse, ecco un’altra operazione creativa: dirottare 3 milioni per istruzione e ricerca per finanziare le missioni all’estero.

Eccoli i Robin Hood all’incontrario. Mentre restano a terra gli elicotteri HH-3F alla conclusione dell’inchiesta sulla strage avvenuta in Francia che mette a nudo i saccheggi dei bilanci della Difesa, Berlusconi e la Russia stanno progettando un vero e proprio scippo ai danni della scuola e della ricerca per finanziare l’invio di quattro cacciabombardieri in Afghanistan.

L’operazione, che viene alla luce alla vigilia dello sciopero nella scuola, è stata smascherata dai parlamentari del Pd a Montecitorio che oggi daranno battaglia. “Non possiamo accettare altri tagli in settori già penalizzati come la scuola, colpita dai provvedimenti Gemini, l’università e la ricerca –fa notare Rosa Calipari, deputata Pd e capogruppo alla commissione Difesa- La Russa finanzi le missioni utilizzando i 3 milioni di euro del fondo per le esigenze prioritarie del suo ministrero”.


Il decreto che giunge oggi a Montecitorio è stato messo a punto dal governo per finanziale le principali (ma non tutte) missioni militari tra ottobre e dicembre. Quella in Iraq e in Afghanistan hanno già la copertura finanziaria fino a gennaio, ma La Russa ha promosso a Bush quattro caccia Tornado, mentre il titolare degli Esteri, Frattini, ha ottenuto un posto per l’Italia nella missione di vigilanza dell’Unione Europea in Georgia. Per finanziare questi nuovi impegni servono soldi, almeno 20 milioni, ma la Difesa non ne ha. Come spiega il senatore del Pd Mauro del Vecchio o tagli “sono assolutamente traumatici e di dimensioni pesanti e inaspettate”. Così, senza troppo dare le nell’occhio, Berlusconi, Frattini, La Russa e Tremonti hanno progettato il “colpo”.

Hanno deciso di rastrellare un po’ qua, un po’ la, ma i consiglieri del governo hanno in special modo messo gli occhi su due ministeri da “rapinare”. A quello della Pubblica Istruzione pensano di sottrarre 2.457.000 euro, a quello dell’Università e della Ricerca 985.000 euro. “Pur convinti che in Afghanistan l’iniziativa militare non può essere risolutiva e occorre una nuova strategia politica –aggiunge Rosa Calipari- non siamo contrari all’invio dei Tornado, ma La Russa, per evitare un ulteriore taglio nel settore della scuola e ridurre almeno della metà il prelievo nel bilancio della Ricerca, usi i soldi del fondo per le esigenze prioritarie della Difesa con i quali intende invece finanziare che, il 4 novembre, ricorderanno la Prima Guerra Mondiale”.

I conti insomma non solo non tornano, ma appaiono impazziti. Basta un’occhiata al bilancio della Difesa per capire perché gli elicotteri non sono sicuri. Per la difesa il governo prevede un “progressivo decremento”: 20,3 miliardi nel 2009, 18,9 nel 2011. Nell’esercito il taglio nel 2009 sarà del 29%, cioè 775,3 milioni in meno di quest’anno. “Nel triennio 2009-2011 –interviene del Vecchio- si prevede una riduzione di spesa pari a 1700 milioni con gravissime ripercussioni sulla vita dei militari, l’addestramento, l’adeguamento delle scorte.

Il ministro La Russa aveva promesso di adeguare il bilancio avvicinandolo a quello delle altre nazioni, ma la percentuale sul Pil scende dallo 0,96% allo 0,87%. I tagli del personale saranno del 7% nel 1009 rispetto agli anni precedenti e addirittura del 40% nel 2010-2011. Il taglio di 66° milioni in 3 anni rende impossibili i reclutamenti di volontari previsti e di fatto, blocca la “professionalizzazione” delle forze armate.

Gli investimenti vengono ridotti di circa trecento milioni”. Il governo insomma appare alla disperata ricerca di soldi e non esita a ridurre i servizi e la sicurezza dei militari. Il prossimo anno l’Esercito potrà svolgere 2880 esercitazioni a fronte delle 7500 del 2008, la Marina dispone di circa 29.800 ore “di moto” contro le 45mila del 2008, l’aeronautica potrà effettuare 30mila ore di volo, un terzo delle 90mila del 2008.


Intanto però il ministro La Russa sta per finanziare il “suo” 4 novembre. In più di 20 città ci saranno concerti, i bambini canteranno “Il Piave mormorò…” e i ministri si faranno belli ricordando i fanti sul Carso. I più cauti dicono che per le manifestazioni la Difesa “al verde” sborserà 500mila euro.

Senso di colpa e senso di patria


Ha sorpreso a tutti l’attacco di nervi in tv del ministro La Russa. Lo conoscevamo come un uomo solido, in grado di affrontare l’Afghanistan come il Bagaglino. Invece, di colpo, una crisi isterica. Ma poi abbiamo capito. Gli elicotteri sono il tormento. Quello che è precipitato a Strasburgo era uno dei 35 che proprio la mattina dello stesso giorno la Difesa aveva deciso di tenere a terra. “Troppo tardi”, secondo la vedova di una delle sette vittime. Sì, abbiamo capito perché La Russa, prima di andare in escandescenza, aveva contestato dal Pd di non aver osservato un minuto di silenzio al Circo Massimo. E perché ha aggredito il direttore di questo giornale quando gli ha fatto notare che tra quella tragedia e la manifestazione non eiste alcun nesso. Abbiamo capito, ministro, e la scusiamo: quella crisi convulsiva non è stata una degenerazione del suo senso di patria, ma più banalmente, del suo senso di colpa. Coraggio.

Fonte: l'Unità

29 ottobre 2008

Accademia di Belle Arti - RC

10 anni di distruzione accademica

Era il 6 Dicembre 2007 quando CGIL – CISL Università – UIL AFAM si incontrano per discutere della sorte indegna in cui il comparto AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) stava morendo mentre Accademie quali ROMA, NAPOLI, MILANO dichiarano assemblea permanente.

Si pretendeva infatti di riformare Accademie e Conservatori a costo zero, cioè con i soldi degli studenti. A peggiorare la situazione arriva poi il taglio del 40 % dei finanziamenti destinati al comparto.

La tragica situazione in cui versano tutt'ora le Accademie italiane appare ancora più assurda se si pensa che in Italia possediamo oltre il 60 % del patrimonio artistico mondiale e che è da più di 70 anni che ci viene negato il diritto ad una laurea.

Da qui un susseguirsi a catena di incontri nazionali di consulte delle Accademie, manifestazioni, occupazioni e incontri poco fruttuosi con personalità politiche quali il Sottosegretario Nando Dalla Chiesa e il Direttore Generale del comparto AFAM Bruno Civello.

Questo disagio, però, ha radici ben più profonde di quanto non si creda.
E' infatti l'estate del 1997 quando la Camera approva la legge che trasforma accademie e conservatori in istituti universitari. L'allora ministro Luigi Berlinguer non mantiene le promesse fatte e, nell'Aprile del 1998, il provvedimento, passato al Senato, si arena. Gli studenti di Brera occupano l'Accademia il 23 dello stesso mese.

Il 24 Maggio 1998 Berlinguer dichiara che avrebbe concesso i titoli di laurea per Accademie e Conservatori, dopo che Emilio Tadini, illustre artista e presidente del CdA di Brera aveva minacciato di dare le dimissioni se il ministro non avesse accettato le richieste di riforma. Brera rimase infatti occupata per più di un mese.

IL 21 Dicembre 1999, sotto il governo D'Alema fu promulgata la legge 508/99 in cui il TITOLO DI LAUREA è sostituito dal DIPLOMA ACCADEMICO, un titolo di studio rilasciato dopo gli stessi anni di un normale corso di laurea Universitario. Da qui una lievitazione dei contributi studenteschi fno all'800 %.

Il malessere continua a crescere se si pensa che, a fronte di tutto questo, con gli ex ministri Berlinguer (prima) e Moratti (dopo) c'è stato il boom dei corsi universitari attivati: 3264 corsi tra cui “Benessere del cane e del gatto”.

Nel 2008, nell'intento di ammutolire la protesta, si dichiarano i DIPLOMI ACCADEMICI EQUIPOLLENTI AI TITOLI DI LAUREA UNIVERSITARI, mentre, assurdamente, i DIPLOMI QUADRIENNALI vengono addirittura retrocessi a DIPLOMI DI PRIMO LIVELLO (validità dei triennali).


Allora si chiedevano:

 La modifica della riforma 508/99 e l'introduzione del TITOLO DI LAUREA
 Il mantenimento del tetto del 20 % del fondo a carico degli studenti
 Istituzione CNSA, Consulta Nazionale Studenti AFAM(ci siamo autoistituiti)
 Garanzia di fondi per la ricerca artistica

Oggi ci vediamo ancora una volta negare tutto questo e in più vediamo:

 Chiudere la maggior parte dei conservatori italiani (solo 5 o 6 su 70 resteranno attivi), mentre alcune accademie già sono state chiuse
 Ulteriori tagli ai finanziamenti
 Tagli ai fondi per la ricerca, da noi prevista solo a partire da quest'anno
 Ad oggi non si conosce la sorte del comparto AFAM per quanto riguarda la riduzione degli organici
 Siamo sotto Autonomia controllata, mentre gli organi di governo accademico sono bloccati per mancanza delle dovute ratifiche ministeriali, negandoci la possibilità di entrare in un contesto europeo e avvicinarci anche solo minimamente a quanto previsto dal trattato di Lisbona.

Per questo motivo sentiamo nuovamente la necessità di ribadire le nostre richieste e ancora una volta che VENGANO APPLICATE norme specifiche che riconoscano la specificità dei nostri settori.

L'obiettivo è di riprenderci quello che ci spetta:
ben 8 miliardi destinati all'istruzione ci sono stati sottratti e di questi, 2.457.000 euro destinati a scuole e università e 985.000 euro destinati alla ricerca andranno a finanziare 4 cacciabombardieri per missioni militari all'estero.

Il tutto dovrebbe partire, se è vero che siamo in crisi tanto da dover tagliare i fondi di un settore sacro come quello della cultura, dalla riduzione degli stipendi parlamentari. Un politico, infatti, ci costa oltre 16.000 euro al mese, senza contare le spese che ognuno di loro sostiene, e che noi dobbiamo pagare, e assegni di fine mandato, pari all'80 % dello stipendio mensile lordo da deputato o senatore, moltiplicata per gli anni consecutivi passati in Parlamento.

Questa non è una lotta di partito! Non esiste colore davanti alla negazione di diritti fondamentali quali L'ISTRUZIONE!!

URLIAMO FORTE IL NOSTRO NO!

La consulta degli studenti
ABBAA Reggio Calabria

e-mail: consulta_rc@libero.it

Le Università fondazioni! 2005


Il rettore fai-da-te(grazie al Ministero)

2005


Un Ateneo privato intitolato al Fondatore: con lauree
in Economia, Giurisprudenza e Odontoiatria. E un albergo!
Ma la Crui protesta: a Villa San Giovanni
nasce una università modello familiare
di MASSIMILIANO PAPASSO

A ciascuno il suo Ateneo. Se pensate che per mettere in piedi un'Università sia necessario avere alle spalle una lunga carriera accademica, vi sbagliate di grosso. In Italia, più precisamente a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, esiste un signore che nel giro di due anni ha creato un vero e proprio Ateneo. Con tanto di corsi laurea, centri di ricerca e benestare del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

Artefice di questo sorprendente risultato, tale Francesco Ranieri, Rettore della Libera Università Europea degli Studi a lui stesso intitolata: il primo Rettore fai-da-te della storia accademica italiana. E già, perché il signor Ranieri, 65 anni, una laurea in Giurisprudenza e una in Economia, tra una candidatura al Parlamento nelle file della Democrazia Cristiana e un incarico da consulente giuridico della Regione Lombardia, non ha mai avuto il tempo di diventare Preside o docente di una qualche Facoltà.

Lui, Rettore, lo è diventato semplicemente per acclamazione. Ad essere più precisi grazie ad una delibera del Consiglio d'Amministrazione dell'Ateneo, che lui stesso ha nominato in qualità di presidente dell'Associazione culturale, unico sponsor quest'ultimo dell'Università "Franco Ranieri". Un'anomalia - portata alla luce nell'ultimo numero del mensile "il Corriere dell'Università e del Lavoro" - che ha scatenato un putiferio nel mondo accademico, tra lettere, dimissioni e contestazioni, ma che lui, "il Rettore che si è fatto da solo" continua a spiegare con il sorriso sulle labbra.

"La mia è una carica indipendente - puntualizza Francesco Ranieri - che premia la mia comprovata professionalità. Quando due anni fa mi venne in mente di far nascere un'Università a Villa San Giovanni, il mio desiderio era solo quello di frenare l'emorragia di studenti calabresi verso le grandi città del Nord. D'altronde, perché andare a studiare alla Bocconi quando con 15 euro al giorno si può ottenere una laurea a casa nostra?".

Di parere diverso però il resto dei rettori siciliani e calabresi, che attraverso un documento congiunto hanno espresso la loro "più netta opposizione al riconoscimento legale dei titoli emessi dall'Università di Villa San Giovanni". A loro con il passare delle settimane si è aggiunto prima il no della Crui, la più alta istituzione del mondo accademico italiano, e poi quello delle più importanti associazioni nazionali di Odontoiatria (uno dei corsi di laurea che saranno attivati), a causa della "pochezza scientifica della struttura messa in piedi da Ranieri". Un giudizio diametralmente opposto da quello che nel mese di dicembre, il Comitato per la valutazione del sistema universitario, diede analizzando la proposta di Ranieri, e che di fatto ha spalancato le porte al suo riconoscimento giuridico.

Per questo si aspetta solo la firma da parte del Ministro Letizia Moratti, la quale dato il moltiplicarsi delle polemiche, si è data qualche giorno per riflettere. Così in un mare di dubbi a farne le spese potrebbero essere proprio gli studenti interessati a iscriversi alla neonata Università calabrese. Chiamando al centralino della Facoltà, gestito manco a dirlo dalla figlia del rettore, si dà ormai per scontato il riconoscimento ministeriale, ma se si chiede qualche informazione in più riguardo ai corsi o al personale docente, si viene rimandati al sito Internet della Facoltà, rigorosamente in fase di aggiornamento. Di sicuro quindi ci sono solo le tasse da pagare: 5000 euro l'anno per una laurea in Economia e Giurisprudenza, e 7500 per una in Odontoiatria. Oltre al fatto che studenti, genitori e professori durante i giorni di lezione avranno a disposizione le stanze di un hotel a cinque stelle con vista sullo stretto. Ovviamente previo dovuto pagamento.
(14 febbraio 2005)

http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/scuola_e_universita/villasan/villasan/villasan.html]La Repubblica

Controtendenza "Mediterranea"

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Il Consiglio degli Studenti dell'Università di Trieste ha deliberato una richiesta, di abrogazione degli articoli 16 e 69 della Legge 133/08 con 1 voto contrario, 9 astenuti e 29 favorevoli.

Del tutto diverso il comportamento dei rappresentanti di Reggio Calabria.

È stato chiesto ad alcuni consiglieri della “Mediterranea” di fare propri i due documenti del movimento - già sottoscritti dal Liceo scientifico “A. Volta” e Liceo classico “T. Campanella” e Liceo artistico “M. Preti” - e proporre la mozione all’interno dell’assemblea convocata in seduta straorinaria in data 27/10/08 per discutere delle azioni da intraprendere rispetto i tagli indiscriminati all’università da parte del Governo Berlusconi.

Dalla riunione è emerso, un timido documento in cui si fotografa la situazione piuttosto che prendere una posizione netta come quella del nostro Movimento. Tale scelta di indirizzo politico dell’organo studentesco, è probabilmente dovuta a delle divisioni interne all’organo, che già trasparivano dalle dichiarazioni di alcuni studenti nell’assemblea pubblica indetta dal “Collettivo UNIRC” della “Mediterranea” in data 27/10/08 contemporaneamente al Consiglio degli Studenti.

Ciò sta a significare che alcuni consiglieri “partiticizzati” dell’organo studentesco, facenti riferimento alla coalizione di centro-destra che governa il paese e legifera, tagliando 8 Miliardi all’università e la scuola pubblica, sottraendo al parlamento il suo compito di legiferare, condividono i provvedimenti del governo e preferiscono curare gli interessi del partito, condizionando le scelte dell’intero consiglio, sottraendosi al ruolo di tutela delegato dagli studenti della “Mediterranea”.