E’ da una vita che si invoca una grande ed importante riforma nella scuola, perché anche il più asino di noi capisce che cosi non si può andare avanti, ed appena la si propone giù a contestarla.
Si insiste a parlare di “fughe dei cervelli” quando paradossalmente assistiamo ad una “fuga dal cervello”.
Il cervello mi sa che sono in molti ad averselo “bevuto” e principalmente certi universitari.
Ma è cosi difficile da capire che cosi come sono i nostri atenei e le nostre scuole fanno schifo!
E che mi dite delle “università telematiche” e delle “università fantasma” ?
E che dire dei “Rettori a vita”, del fatto che la più alta percentuale di professori e ricercatori assunti, guarda caso, sono parenti di universitari che gestiscono solo potere? Altro che meritocrazia!
Che ci sia un controllo serio di valutazione degli atenei (da gente seria!) e capiremo quanto siano dequalificate le nostre università.
Sulla pelle dei giovani ci si marcia con le marce di protesta pilotate; sforniamo laureati/disperati che stentano, non a vincere un concorso (se lo sognano) ma, anche ad avere un semplice colloquio di lavoro.
Ma è cosi difficile capire che il corpo rettori tende a tutelare i propri interessi?
Piccola considerazione: da qui a pochi mesi avremo 7000 nuovi assunti a tempo indeterminato, tra professori e ricercatori, nell’università: altro scempio della sinistra!
E’ cosi difficile da capire che una laurea oggi non ha nessun valore! E non lo ha per due semplici motivi.
Il primo è che la laurea la prendiamo tutti ( è facile, fa trend, agevola la progressione di carriera etc. ), il secondo (consequenziale) è che abbiamo laureati con “ignoranza grassa” (anche il mio idraulico si è laureato in comunicazione pensando si trattasse di vasi comunicanti !).
La soluzione a questo punto sarebbe di abolire il valore legale del titolo di studio.
Non bisogna essere scienziati o laureati all’università di Harvard per capire che il sistema scuola dalle nostri parti è fallimentare.
E’ tempo di “vacche magre”, anzi magrissime, e voler strumentalizzare una riforma per i propri interessi, per mantenere i “soliti privilegi”, per tutelare la casta dei professori è un grosso errore e spero che a capirlo siano almeno gli studenti e le famiglie.
Fortunatamente il Governo non retrocede neanche di un millimetro (vedi esempio “munnezza Campania” per intenderci) e questa volta i sindacati, i compagni, gli “sfaticati” ed i “ciuchi”, avranno poco da protestare: non saranno ascoltati.
Proviamo la sera, ognuno di noi, a recitare il “ mea culpa, mea maxima culpa” per il disastro che abbiamo accumulato in questi anni.
Se le cose stanno cosi la colpa è anche di un sistema che di fatto ha proibito la bocciatura e che non seleziona gli studenti meritevoli.
Lasciamo da parte le parole criptiche in burocratese stretto e diamo il senso di quello che è la scuola e l’università oggi: un pantano.
Non sono cosi stupido da pensare che la scuola è da “buttare in toto”, perché esistono (anche) studenti che si sacrificano e si impegnano per ottenere un titolo di studio, come esistono professori capaci di insegnare e che vedono il loro lavoro come una missione.
Una cosa è certa, allo stato attuale, questo sistema penalizza sia l’uno che gli altri.
Ergo è ora di cambiare costi quel che costi !
Non mi va di pensare che un giovane dopo aver sacrificato la propria gioventù si ritrovi con in mano una laurea che non gli servirà a nulla.
Avanti i migliori.E questo vale per gli studenti cosi come per gli insegnanti.