martedì 4 novembre 2008

Lettera al Blog: Tito Russo

Riceviamo e pubblichiamo:

L'ONDA NON SI ARRESTA

Cari compagni, sono Tito Russo, resp. naz. Organizzazione dell'Unione degli Studenti nonchè orgogliosamente vostro conterraneo aspromontano. Una volta appreso dell'esistenza di questo blog, ho deciso di lasciarvi poche righe di analisi che possano diventare contributo alla discussione sia interattiva che fattiva nelle scuole e nell'università in agitazione.

L'"Onda anomala" del movimento studentesco, dopo la straordinaria mobilitazione del 10 ottobre scorso, è andata avanti con tappe "a singhiozzo", culminate nella mirabolante manifestazione di popolo che si è tenuta a Roma il 30 ottobre: uno sciopero generale e generalizzato di tutto il comparto che ha visto unite tutte le componenti della comunità scolastica e universitaria. In seno all'Onda adesso è il momento delle riflessioni: che fare? o per lo meno che farsene (dell'Onda)?

E' indubbio che ciò deve emergere dalle assemblee dislocate nelle scuole e nelle facoltà, anche perchè il movimento ha come sua natura la irrapresentabilità da strutture e sovrastrutture nazionali, ma vive nelle menti e nei corpi delle studentesse e degli studenti che urlano la rpopria volontà di "non pagare la crisi" della globalizzazione drogata dal mercato neoliberista. Un movimento che si autorappresenta ma che deve necessariamente legarsi ad altre istanze che provengono dalla società, in una sorta di sciopero generale "coordinato e continuativo" che tocchi tutte le categorie della formazione e del lavoro.

Per far questo nelle città bisogna creare dei veri e propri laboratori di analisi ed elaborazione affinchè non passi l'idea nella stampa e nel movimento stesso, che si proceda per slogan in contrasto ad un provvedimento. No, cari compagni, è in gioco il nostro presente ed ergo il nostro futuro, infarcito di precarietà in ogni interstizio e che riassume un orizzonte di sfruttamento normalizzato della manualità e dell'intellettualità.

Questo ci pone ad un bivio: desistere e sancire la morte di una intera generazione oppure continuare per preparare l'assalto al cielo. Qui ed ora. Un abbraccio rivoluzionario

Il compagno Tito

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