lunedì 3 novembre 2008

Accademia di Belle Arti - RC

10 anni di distruzione accademica

Era il 6 Dicembre 2007 quando CGIL – CISL Università – UIL AFAM si incontrano per discutere della sorte indegna in cui il comparto AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) stava morendo mentre Accademie quali ROMA, NAPOLI, MILANO dichiarano assemblea permanente.

Si pretendeva infatti di riformare Accademie e Conservatori a costo zero, cioè con i soldi degli studenti. A peggiorare la situazione arriva poi il taglio del 40 % dei finanziamenti destinati al comparto.

La tragica situazione in cui versano tutt'ora le Accademie italiane appare ancora più assurda se si pensa che in Italia possediamo oltre il 60 % del patrimonio artistico mondiale e che è da più di 70 anni che ci viene negato il diritto ad una laurea.

Da qui un susseguirsi a catena di incontri nazionali di consulte delle Accademie, manifestazioni, occupazioni e incontri poco fruttuosi con personalità politiche quali il Sottosegretario Nando Dalla Chiesa e il Direttore Generale del comparto AFAM Bruno Civello.

Questo disagio, però, ha radici ben più profonde di quanto non si creda.
E' infatti l'estate del 1997 quando la Camera approva la legge che trasforma accademie e conservatori in istituti universitari. L'allora ministro Luigi Berlinguer non mantiene le promesse fatte e, nell'Aprile del 1998, il provvedimento, passato al Senato, si arena. Gli studenti di Brera occupano l'Accademia il 23 dello stesso mese.

Il 24 Maggio 1998 Berlinguer dichiara che avrebbe concesso i titoli di laurea per Accademie e Conservatori, dopo che Emilio Tadini, illustre artista e presidente del CdA di Brera aveva minacciato di dare le dimissioni se il ministro non avesse accettato le richieste di riforma. Brera rimase infatti occupata per più di un mese.

IL 21 Dicembre 1999, sotto il governo D'Alema fu promulgata la legge 508/99 in cui il TITOLO DI LAUREA è sostituito dal DIPLOMA ACCADEMICO, un titolo di studio rilasciato dopo gli stessi anni di un normale corso di laurea Universitario. Da qui una lievitazione dei contributi studenteschi fno all'800 %.

Il malessere continua a crescere se si pensa che, a fronte di tutto questo, con gli ex ministri Berlinguer (prima) e Moratti (dopo) c'è stato il boom dei corsi universitari attivati: 3264 corsi tra cui “Benessere del cane e del gatto”.

Nel 2008, nell'intento di ammutolire la protesta, si dichiarano i DIPLOMI ACCADEMICI EQUIPOLLENTI AI TITOLI DI LAUREA UNIVERSITARI, mentre, assurdamente, i DIPLOMI QUADRIENNALI vengono addirittura retrocessi a DIPLOMI DI PRIMO LIVELLO (validità dei triennali).


Allora si chiedevano:

 La modifica della riforma 508/99 e l'introduzione del TITOLO DI LAUREA
 Il mantenimento del tetto del 20 % del fondo a carico degli studenti
 Istituzione CNSA, Consulta Nazionale Studenti AFAM(ci siamo autoistituiti)
 Garanzia di fondi per la ricerca artistica

Oggi ci vediamo ancora una volta negare tutto questo e in più vediamo:

 Chiudere la maggior parte dei conservatori italiani (solo 5 o 6 su 70 resteranno attivi), mentre alcune accademie già sono state chiuse
 Ulteriori tagli ai finanziamenti
 Tagli ai fondi per la ricerca, da noi prevista solo a partire da quest'anno
 Ad oggi non si conosce la sorte del comparto AFAM per quanto riguarda la riduzione degli organici
 Siamo sotto Autonomia controllata, mentre gli organi di governo accademico sono bloccati per mancanza delle dovute ratifiche ministeriali, negandoci la possibilità di entrare in un contesto europeo e avvicinarci anche solo minimamente a quanto previsto dal trattato di Lisbona.

Per questo motivo sentiamo nuovamente la necessità di ribadire le nostre richieste e ancora una volta che VENGANO APPLICATE norme specifiche che riconoscano la specificità dei nostri settori.

L'obiettivo è di riprenderci quello che ci spetta:
ben 8 miliardi destinati all'istruzione ci sono stati sottratti e di questi, 2.457.000 euro destinati a scuole e università e 985.000 euro destinati alla ricerca andranno a finanziare 4 cacciabombardieri per missioni militari all'estero.

Il tutto dovrebbe partire, se è vero che siamo in crisi tanto da dover tagliare i fondi di un settore sacro come quello della cultura, dalla riduzione degli stipendi parlamentari. Un politico, infatti, ci costa oltre 16.000 euro al mese, senza contare le spese che ognuno di loro sostiene, e che noi dobbiamo pagare, e assegni di fine mandato, pari all'80 % dello stipendio mensile lordo da deputato o senatore, moltiplicata per gli anni consecutivi passati in Parlamento.

Questa non è una lotta di partito! Non esiste colore davanti alla negazione di diritti fondamentali quali L'ISTRUZIONE!!

URLIAMO FORTE IL NOSTRO NO!

La consulta degli studenti
ABBAA Reggio Calabria

e-mail: consulta_rc@libero.it

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