domenica 2 novembre 2008

P2 - Piano di rinascita democratica

P2 - Piano di rinascita democratica



Il cosiddetto piano di rinascita democratica, parte essenziale del programma piduista, consisteva in un assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro l'informazione.

I suoi obiettivi essenziali consistevano in una serie di riforme e modifiche costituzionali onde


« …rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori »


In particolare andavano programmate azioni di Governo, di comportamento politico ed economico, nonché di atti legislativi, per ottenere ad esempio nel settore scuola di


« …chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro… »


Il piano è stato ritrovato e sequestrato nel 1982 alla figlia di Licio Gelli, gran maestro della loggia P2, assieme al memorandum sulla situazione politica in Italia. È stato pubblicato negli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2 [1].

Sebbene la P2 sia stata scoperta, alcuni punti del piano sembrano abbiano comunque trovato realizzazione negli anni seguenti: a livello istituzionale, di assetto economico nel mondo imprenditoriale e soprattutto a livello mediatico.

Principali punti attuati o proposti:

  • La nascita di due partiti "l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altra sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali e democratici della Destra Nazionale)." allo scopo di semplificare il panorama politico. Questi, a trent'anni di distanza, coinciderebbero rispettivamente con il Partito Democratico ed il Popolo delle Libertà. Il sospetto potrebbe trovare fondamento nel fatto che il leader del secondo partito, Silvio Berlusconi, era iscritto alla P2, nonchè nella presenza di diversi piduisti in entrambe le formazioni politiche.
  • Controllo dei media. Il piano prevedeva il controllo di quotidiani e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale) allo scopo di controllarle, e in questo modo influenzare l'opinione pubblica. Prima della scoperta della loggia questo aspetto era giunto a realizzazione con il controllo dei principali quotidiani e l'acquisizione di telemilano58 (poi Canale 5). Dopo la scoperta della loggia questo aspetto del piano sembra sia portato avanti dall'iscritto Silvio Berlusconi che ha acquisito altri due canali televisivi e allo stato attuale controlla direttamente o indirettamente alcune testate giornalistiche.
  • Progetto Bicamerale del 1997 (Commissione parlamentare per le riforme costituzionali)."ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR)" che coinvolse principalmente Massimo D'Alema e Silvio Berlusconi, appunto i leader dei due maggiori schieramenti.
  • Riforma della magistratura: divisione tra ruolo del P.M. e del magistrato, responsabilità del CSM nei confronti del parlamento. Tema nell'agenda politica dalla fine della Prima Repubblica e tuttora attuale. Si osserva che introdurre la responsabilità del CSM nei confronti del parlamento sarebbe tecnicamente una subordinazione del potere giudiziario al potere legislativo, e quindi verrebbe meno la separazione dei poteri. La modifica, infatti, necessiterebbe di una riforma costituzionale.
  • Riduzione del numero dei parlamentari[2]
  • Abolizione delle province. Trova corrispondenza nel programma elettorale di Forza Italia del 1994, 2001 e del Popolo delle Libertà del 2008, limitatamente alle province al cui interno vi sono "città metropolitane"[2].
  • Abolizione della validità legale dei titoli di studio. Nel programma di Forza Italia del 1994[2].

Licio Gelli sostiene che le coincidenze non sarebbero casuali.[3] Dello stesso avviso Mario Guarino, Sergio Flamigni[4] e Umberto Bossi[5]. È stato ipotizzato che l'attuazione possa essere stata facilitata dalla mancata epurazione degli iscritti alla P2 nelle varie istituzioni pubbliche (fatta esclusa magistratura[2] e Democrazia cristiana). Si sospetta, ad esempio, che i tre decreti legge sul radiotelevisivo (tra il 1984 e 1985) e la Legge Mammì, emanati per permettere a Fininvest di trasmettere (la legalità era discussa), siano stati facilitati dagli iscritti della P2 presenti nel PSI oltre che dallo stesso Craxi, indicato dal piano della P2 come uno degli esponenti politici con cui prendere contatti per l'attuazione del piano stesso.

Nel novembre del 2008 Licio Gelli afferma che Silvio Berlusconi (Presidente del Consiglio eletto nell'aprile 2008) è l'unico che può realizzare il Piano. [6]

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_di_rinascita_democratica

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