"Da un mese a questa parte - esordisce Romeo - diverse manifestazioni si sono avute in tutto il Paese, da ultimo lo sciopero del 30 Ottobre accompagnato da cortei in tutte le principali città dove hanno partecipato tutti i soggetti che vivono il pianeta scuola ed università: studenti, genitori, docenti e personale addetto, compresa la sorella del Ministro. Non era mai successo ed oggi è sotto gli occhi di tutti,i diversi attori dell’istruzione sono uniti nella lotta,cosa li muove?
I tagli della Gelmini,divenuti legge,rappresentano la molla che ha fatto scattare la mobilitazione,il tentativo del Governo di trattare la formazione come una questione ragionieristica è stato bocciato sonoramente dalla stragrande maggioranza degli italiani. Penso che sul carattere pubblico del nostro sistema formativo si giochi una battaglia che non è ideologica (non ci sarebbe niente di male) ma bensì concreta: rimanendo così le cose, mancheranno i fondi per garantire a tutti il diritto all’istruzione,con una doppia penalizzazione per i Comuni del Sud e delle aree montane dell’Italia colpite dagli”accorpamenti” indiscriminati voluti dal Governo e impugnati vittoriosamente al Tar da tanti Comuni della Calabria e della nostra Provincia:la questione è anche al centro di uno scontro istituzionale nella conferenza Stato-Regioni,a tal proposito la volontà del Ministro di “commissariare”le Regioni inadempienti rivela una concezione dirigista e goffa del Federalismo… I ricercatori ed i precari - continua Romeo - verranno espulsi dai processi occupazionali con buona pace del lavoro giovanile,anche per quello qualificato e di livello. Le Università del Sud non potranno andare avanti senza fondi e l’ipotizzata costituzione di fondazioni appare irreale visto il contesto di grave crisi che purtroppo attanaglia il Mezzogiorno d’Italia."
Con queste motivazioni, il consigliere del partito guidato da Walter Veltroni fa il punto sulla situazione dell'istruzione e della legge Gelmini.
Da una parte possono esserci dei dubbi, o comunque bisogna un attimo riflettere, sul fatto che manifestazioni di piazza e cortei come quelli dei giorni scorsi "non erano mai successi ad oggi": in realtà ogni anno, nel mese di ottobre, a scuola si sciopera soprattutto quando ci sono riforme, è stato così per la riforma Treu, per quella Berlinguer, per quella Moratti e così via ... anche se è chiaro che la mobilitazione quantitativa - nei numeri - difficilmente ha raggiunto quella di quest'anno in cui gli universitari si sono uniti ai protestanti delle scuole.
Bisogna anche un attimo soffermarsi sui "tagli della Gelmini": ad onor del vero i tagli sono stati apportati dalla manovra finanziaria varata a giugno e approvata a luglio dal governo; la legge Gelmini, nei suoi otto articoli, non prevede alcun tipo di "taglio" ( Click qui per leggere direttamente dalla Gazzetta ufficiale il decreto Gelmini nel suo formato integrale, approvato in legge dal parlamento ) e se le motivazioni delle manifestazioni sono quelle dei tagli bisognerebbe interrogarsi sul perchè si sciopera adesso che, guarda caso, vengono persi giorni di scuola in cui gli studenti non studiano e i docenti non lavorano, e non lo si è fatto invece durante l'estate quando veniva approvata la finanziaria che davvero prevedeva quei tagli, ma evidentemente in quel periodo poco importava a studenti e docenti che erano beatamente in vacanza.
C'è qualche dubbio anche sul fatto che il governo sia stato "bocciato sonoramente dalla stragrande maggioranza degli Italiani", almeno a fidarsi dai sondaggi. L'ultimo è stato pubblicato proprio stamattina sul Corriere della Sera (pag. 8, realizzato da Renato Mannheimer che non è conosciuto come un sondaggista vicino a palazzo Chigi), e fa emergere come il 45% degli Italiani approva i contenuti della riforma, mentre il 24% non li conosce e il restante 31% non li approva.
D'altra parte però biogna dire che l'intento di Seby Romeo è più che lodevole. L'idea di attivare un tavolo di discussione sembra apprezzata anche tra le file della maggioranza, ed è l'essenza di una società democratica. Inoltre Romeo propone misure concrete che, pur con i limiti delle risorse di un ente locale come il Comune, potrebbero - se realizzate - aiutare davvero le famiglie e fare in modo che il Comune si possa muovere concretamente a favore dei cittadini e degli studenti.
"In questi giorni si è dibattuto abbastanza, anzichè continuare ritengo più utile - rilancia Romeo - assumere una qualche iniziativa volta a dare un contributo possibile, per il livello istituzionale che mi compete: per questi motivi ho depositato un odg in Consiglio Comunale frutto di una riflessione condivisa con la dott.ssa Nava e i rappresentanti degli studenti, che ringrazio per il contributo, con la ferma intenzione di attivare un ragionamento sulla situazione che coinvolga gli eletti del popolo e le parti interessate e rappresentative.
Il Comune di Reggio deve assumere una chiara posizione di condanna verso i tagli schierandosi al fianco dei reggini che hanno manifestato in massa il loro dissenso e aprire un tavolo che coinvolga tutti i soggetti in lotta, ragionando di una serie di proposte utili a sopperire con risorse e progetti a quanto venuto meno a causa delle decisioni del Governo"
Così grazie a Romeo nel prossimo consiglio comunale si discuterà del decreto, e la speranza (in primis proprio del consigliere del Pd) è che non ci sia un muro contro muro sui contenuto del decreto, ma che invece si possa pensare in modo costruttivo, propositivo e concreto a come fare per incentivare le misure a favore di studenti e cittadini.
Il "leiv-motiv" del gesto di Romeo è quello di un'apertura mirata a un confronto che dia risultati tangibili.
E già Seby Romeo ne lancia alcuni: "Penso ad un sistema di trasporti e mobilità gratuito, finalmente efficiente ed al servizio degli studenti di ogni ordine e grado, al finanziamento del diritto allo studio per gli istituti reggini e l’Università Mediterranea, magari con il finanziamento di un capitolo di Bilancio ad hoc, ad una progettazione mirata all’occupazione mediante una regia territoriale capace di integrare sociale e produzione,servizi e cultura. Sono consapevole - precisa il giovane consigliere del Pd - che il Comune da solo non ha a disposizione le risorse necessarie, ma intanto possiamo aprire una discussione , indicare la rotta e chiamare al tavolo gli altri Enti locali, sapendo che ad esempio la Regione Calabria ha annunciato in questi giorni ingenti investimenti per l’istruzione e la ricerca. Il diritto allo studio - conclude Romeo - è una questione sulla quale si misura il grado di civiltà e maturità democratica di un Paese,impegnarsi per garantire l’accesso al sapere a tutti è un dovere cui non possiamo sottrarci."
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