Tangenti, indagata la moglie del rettore
FRANCESCO VIVIANO MESSINA - Il «verminaio» a Messina non è mai finito. Si riproduce, forse peggio di prima, e non si riesce, almeno per il momento, a spazzare via, affari, baronati e centri di potere. E, come ai tempi della Commissione antimafia che sbarcò a Messina svelando una serie di intrecci mafiosi che vedevano insieme in un comitato d' affari politici, colletti bianchi e uomini d' onore, al centro c' è sempre l' Università ed il Policlinico di Messina. Anzi i vertici del Policlinico, una delle principali industrie della città dello Stretto.
Dopo il rettore, Francesco Tomasello che lo scorso anno fu indagato e sospeso per due mesi dalla carica nell' ambito di una inchiesta su delitti, appalti e clan, adesso nel mirino della magistratura messinese è finita la moglie, la dottoressa Melitta Grasso, neurochirurgo e dirigente dell' Università. è accusata di corruzione in concorso con altri nella gestione dei servizi di vigilanza e della fornitura di pasti del Policlinico di Messina. Secondo l' accusa, la dottoressa Melitta Grasso avrebbe intascato tangenti di migliaia di euro per agevolare l' assegnazione di lucrosissimi appalti a ditte a lei vicine.
Appalti di milioni di euro che negli ultimi mesi, con l' arrivo al Policlinico del commissario straordinario, Giuseppe Pecoraro, sono stati ridimensionati e ridotti a centinaia di migliaia di euro. Proprio in questo divario risiede uno degli elementi che ha spinto magistrati e investigatori ad approfondire procedure e giri di denaro. E le reazioni non si sono fatte attendere, tanto che nel giro di una settimana gli uffici amministrativi del Policlinico sono stati visitati da ignoti che hanno rubato computer ed altro materiale. Ma non computer a caso, proprio quelli dell' amministrazione dov' era custodita anche la documentazione relativa agli appalti, vecchi e nuovi.
Un' intimidazione, un «segnale» che Pecoraro impegnato a disarticolare la ragnatela del malaffare nel Policlinico messinese, non sottovaluta: «Molto probabilmente si tratta di avvisaglie, per orientarci a riattivare vecchi sistemi: non ci riusciranno». Ma per tentare di capire cosa sta accadendo al Policlinico di Messina, ricominciamo dalle ultime indagini che hanno investito i vertici e, soprattutto, la moglie del rettore, Melitta Grasso che è finita dentro un groviglio di interessi sui quali da tempo sta indagando la magistratura e la Guardia di finanza.
Le Fiamme gialle hanno messo il naso sui conti correnti della moglie di Francesco Tomasello, monitorando conti correnti ed altri affari. Tutto documentato in un dossier che adesso è finito sul tavolo dei sostituti procuratori della Repubblica, Sciglio e Nastasi. Sono loro i titolari dell' inchiesta che vede indagata Melitta Grasso e gli altri. L' indagine ruota attorno al milionario appalto della sorveglianza del Policlinico di Messina che fino ad alcuni mesi fa era gestito dalla società di vigilanza "Il Detective". Un appalto da un miliardo e settecentomila euro l' anno che adesso, con l' arrivo di Pecoraro, costa poco più di 300 mila euro e che è stato affidato ad una altra azienda di vigilanza. La differenza tra il primo ed il secondo appalto, è il sospetto di chi indaga, svela l' esistenza di costi «aggiuntivi» e tra questi, secondo le ipotesi degli investigatori, le «tangenti» che "Il Detective" avrebbe elargito alla dottoressa Melitta Grasso.
La dirigente sa di essere indagata al punto da parlare al telefono tranquillamente dicendo ai suoi interlocutori che «dimostrerà la provenienza» di quei soldi. Anche di una costosissima borsa Louis Vuitton che un giorno la dottoressa Grasso avrebbe visto in un negozio del centro di Messina e che le fu poi regalata dai dirigenti de "Il Detective". L' inchiesta era stata avviata nel settembre dello scorso anno quando Daniela e Cristina Corio, due delle quattro figlie dei coniugi Corio che erano titolari della società di vigilanza "Il Detective", denunciarono degli imbrogli all' interno della società. Era poi intervenuto, Emanuele Galizia, ex poliziotto ed ex agente dei servizi segreti, che era stretto collaboratore di Daniela e Cristina Corio, riferendo che Enzo Savasta, ex dipendente de "Il Detective" poteva garantire gli appalti perché li aveva sempre ottenuti sulla base di rapporti personali. L' appalto per la vigilanza al Policlinico era stato aggiudicato nel 2003, quando rettore era Gaetano Silvestri.
Tre anni dopo, nel 2006 la vigilanza all' Università era stata vinta sempre da "Il Detective" ma con una procedura che adesso gli investigatori stanno verificando in ogni suo aspetto. L' azienda era l' unica partecipante alla gara aggiudicato a un prezzo di poco inferiore a quello massimo. Un appalto che fu censurato anche dal collegio dei revisori. Ed in questo appalto, secondo l' accusa, ci sarebbe stato l' interessamento di Melitta Grasso che è finita nel registro degli indagati per corruzione in concorso. L' inchiesta è soltanto agli inizi. Nel mirino degli accertamenti sono finiti anche altri appalti. A cominciare da quello per i pasti. Che sarebbero stati «salatissimi». - FRANCESCO VIVIANO
Dopo il rettore, Francesco Tomasello che lo scorso anno fu indagato e sospeso per due mesi dalla carica nell' ambito di una inchiesta su delitti, appalti e clan, adesso nel mirino della magistratura messinese è finita la moglie, la dottoressa Melitta Grasso, neurochirurgo e dirigente dell' Università. è accusata di corruzione in concorso con altri nella gestione dei servizi di vigilanza e della fornitura di pasti del Policlinico di Messina. Secondo l' accusa, la dottoressa Melitta Grasso avrebbe intascato tangenti di migliaia di euro per agevolare l' assegnazione di lucrosissimi appalti a ditte a lei vicine.
Appalti di milioni di euro che negli ultimi mesi, con l' arrivo al Policlinico del commissario straordinario, Giuseppe Pecoraro, sono stati ridimensionati e ridotti a centinaia di migliaia di euro. Proprio in questo divario risiede uno degli elementi che ha spinto magistrati e investigatori ad approfondire procedure e giri di denaro. E le reazioni non si sono fatte attendere, tanto che nel giro di una settimana gli uffici amministrativi del Policlinico sono stati visitati da ignoti che hanno rubato computer ed altro materiale. Ma non computer a caso, proprio quelli dell' amministrazione dov' era custodita anche la documentazione relativa agli appalti, vecchi e nuovi.
Un' intimidazione, un «segnale» che Pecoraro impegnato a disarticolare la ragnatela del malaffare nel Policlinico messinese, non sottovaluta: «Molto probabilmente si tratta di avvisaglie, per orientarci a riattivare vecchi sistemi: non ci riusciranno». Ma per tentare di capire cosa sta accadendo al Policlinico di Messina, ricominciamo dalle ultime indagini che hanno investito i vertici e, soprattutto, la moglie del rettore, Melitta Grasso che è finita dentro un groviglio di interessi sui quali da tempo sta indagando la magistratura e la Guardia di finanza.
Le Fiamme gialle hanno messo il naso sui conti correnti della moglie di Francesco Tomasello, monitorando conti correnti ed altri affari. Tutto documentato in un dossier che adesso è finito sul tavolo dei sostituti procuratori della Repubblica, Sciglio e Nastasi. Sono loro i titolari dell' inchiesta che vede indagata Melitta Grasso e gli altri. L' indagine ruota attorno al milionario appalto della sorveglianza del Policlinico di Messina che fino ad alcuni mesi fa era gestito dalla società di vigilanza "Il Detective". Un appalto da un miliardo e settecentomila euro l' anno che adesso, con l' arrivo di Pecoraro, costa poco più di 300 mila euro e che è stato affidato ad una altra azienda di vigilanza. La differenza tra il primo ed il secondo appalto, è il sospetto di chi indaga, svela l' esistenza di costi «aggiuntivi» e tra questi, secondo le ipotesi degli investigatori, le «tangenti» che "Il Detective" avrebbe elargito alla dottoressa Melitta Grasso.
La dirigente sa di essere indagata al punto da parlare al telefono tranquillamente dicendo ai suoi interlocutori che «dimostrerà la provenienza» di quei soldi. Anche di una costosissima borsa Louis Vuitton che un giorno la dottoressa Grasso avrebbe visto in un negozio del centro di Messina e che le fu poi regalata dai dirigenti de "Il Detective". L' inchiesta era stata avviata nel settembre dello scorso anno quando Daniela e Cristina Corio, due delle quattro figlie dei coniugi Corio che erano titolari della società di vigilanza "Il Detective", denunciarono degli imbrogli all' interno della società. Era poi intervenuto, Emanuele Galizia, ex poliziotto ed ex agente dei servizi segreti, che era stretto collaboratore di Daniela e Cristina Corio, riferendo che Enzo Savasta, ex dipendente de "Il Detective" poteva garantire gli appalti perché li aveva sempre ottenuti sulla base di rapporti personali. L' appalto per la vigilanza al Policlinico era stato aggiudicato nel 2003, quando rettore era Gaetano Silvestri.
Tre anni dopo, nel 2006 la vigilanza all' Università era stata vinta sempre da "Il Detective" ma con una procedura che adesso gli investigatori stanno verificando in ogni suo aspetto. L' azienda era l' unica partecipante alla gara aggiudicato a un prezzo di poco inferiore a quello massimo. Un appalto che fu censurato anche dal collegio dei revisori. Ed in questo appalto, secondo l' accusa, ci sarebbe stato l' interessamento di Melitta Grasso che è finita nel registro degli indagati per corruzione in concorso. L' inchiesta è soltanto agli inizi. Nel mirino degli accertamenti sono finiti anche altri appalti. A cominciare da quello per i pasti. Che sarebbero stati «salatissimi». - FRANCESCO VIVIANO
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